“Premetto che il nostro è un approccio improntato alla massima neutralità tecnologica e, in quanto tale, come rete di distribuzione carburanti rispondiamo alle richieste del mercato: così come in passato siamo stati pronti ad adottare la benzina verde, il gasolio e successivamente il Gpl e il metano, siamo pienamente disponibili a installare presso i nostri impianti le colonnine elettriche“. A parlare è Sebastiano Gallitelli, segretario generale di Assopetroli-Assoenergia, l’associazione che rappresenta la maggior parte delle piccole-medie imprese del settore.
Il segretario parla a nome delle 1.000 aziende associate che rappresentano oltre la metà dei 22mila distributori presenti in tutta Italia, “ma la nostra apertura verso l’elettromobilità è pienamente condivisa anche dai distributori delle grandi Compagnie petrolifere”. Sembrerebbe “un ossimoro”, confessa Gallitelli, anche considerando che finora la categoria, specie quella parte che opera in autostrada e lungo le grandi arterie extraurbane, è sembrata piuttosto scettica all’ipotesi di ospitare stazioni di ricarica per i veicoli elettrici.
Fuori città solo ricariche veloci
“Non si tratta di una chiusura in senso assoluto”, spiega Gallitelli, “le perplessità riguardano la tecnologia di ricarica adottata: finora la maggior parte dei gestori delle stazioni elettriche si è orientata su impianti a bassa e media potenza, che possono andare bene per la città, per le wall box domestiche o nei parcheggi delle aziende dove un dipendente approfitta delle ore in cui è al lavoro per far fare il pieno di energia alla propria auto. Un sistema non adatto a un’area di servizio in ambito extraurbano o peggio in autostrada, dove è impensabile che le auto possano stazionare a ricaricare per ore”.
Ora però lo scenario è cambiato ed è in progressiva evoluzione. “Oggi la tecnologia a disposizione è più matura, abbiamo impianti di ricarica ad alta e altissima potenza, dai 50 ai 350 chilowatt, per permettono di fornire il pieno di energia al veicolo da un massimo di una quarantina di minuti a un minimo di dieci. Il che risponde pienamente alle esigenze di un’elettromobilità di massa, quando cioè l’auto a batteria diventerà di largo consumo, come vettura di famiglia da usare fuori e dentro le città. Ed è proprio questo lo scenario verso il quale ci stiamo avvicinando come peraltro ci impone l’obiettivo di decarbonizzazione per il 2030″.
Abbiamo una rete, usiamola
Problemi di rete? “Non ce ne sono, l’Italia dispone già di infrastrutture di distribuzione capillari in tutto il territorio e sono appunto i benzinai. Non siamo nuovi ai cambiamenti: da almeno 70 anni abbiamo sostenuto lo sviluppo del paese adattandoci alle nuove domande di carburanti, perché buttarci via? Non si tratta di archeologia industriale: come in passato siamo pronti ad adattarci alle nuove esigenze del mercato, riconvertendo e ammodernando i nostri impianti per diventare stazioni multi energetiche, dal liquido, al gas, all’elettrico e anche all’idrogeno quando sarà il momento”.
E non solo, la rete di distribuzione è a disposizione anche per un altro aspetto: lo stoccaggio dell’energia. “La domanda di rifornimento elettrico diventerà sempre meno marginale, non è facile prevedere la tenuta dell’infrastruttura quando tutti cercheranno di ricaricare insieme l’auto. I nostri impianti hanno spazio sufficiente per immagazzinare elettricità e magari ridistribuirla alla rete nei momenti di minore richiesta”.
Un appello alla politica
Insomma, per i benzinai d’Italia: “Chiariti e condivisi alcuni aspetti legati ai sistemi di ricarica’, sottolinea il segretario, “ora tocca alla politica. In realtà, qualcosa si sta muovendo: il decreto Semplificazioni, ormai legge, stabilisce che al momento del innovo delle concessioni i distributori di carburante saranno obbligati all’installazione di una stazione di ricarica elettrica”.
Quanto alle risorse, “nelle prime bozze del Recovery fund“, conclude Gallitelli, “si parla dei nuovi parametri imposti da Bruxelles in tema di decabornizzazione entro il 2030 accennando anche alla possibilità di concedere finanziamenti alle aree di servizio su strada che si adeguano all’elettrico. Come ho già affermato, anche questa volta noi vogliamo partecipare al cambiamento: siamo pronti a questa nuova sfida, speriamo che la politica faccia la sua parte”.
Fonte l’automobile.aci.it – Articolo di Marina Fanara