Il più grande autolavaggio del mondo è in Germania

I “numeri” sono enormi, dai dipendenti, al fabbisogno energetico giornaliero, alle auto lavate. E nel video potete vedere come funziona

Con un massimo di 4.000 auto lavate al giorno, l’autolavaggio più grande ed efficiente del mondo non ha un secondo di riposo. Situato a Stoccarda, in Germania, Mr. Wash è a tutti gli effetti l’autolavaggio più grande del mondo, con oltre 100 dipendenti dedicati a prendersi cura della pulizia delle auto tedesche.

Qualcuno potrebbe storcere il naso all’idea di far lavare la propria auto in una specie di “catena di montaggio”, ma il livello di cura e attenzione per i dettagli di questo autolavaggio è sufficiente per attirare migliaia di clienti ogni giorno. E nel video, vi facciamo vedere come lavora.

Numeri da record
Come molti altri autolavaggi, l’obiettivo è vendere al cliente il miglior pacchetto di assistenza per l’auto in base alle sue esigenze. E quindi, che si debba lavare una tranquilla Fiat Panda o un fiammante Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, al Mr. Wash si può scegliere per un lavaggio “base”, fino a un servizio completo che comprende il “ripristino” degli interni e un servizio di ceratura a mano.

Affinché tutto questo stia in piedi, è necessaria una massiccia infrastruttura industriale: le pompe vengono utilizzate per aumentare la pressione dell’acqua, che fra l’altro sfrutta in parte anche acque riciclate di raccolta dai lavaggi precedenti (ovviamente dopo esser stata depurata). Questo significa risparmio economico, ma anche minor impatto ecologico.

Ciononostante, la richiesta di prodotti chimici e soprattutto di energia è comunque alle stelle: per intenderci, solo il sistema di asciugatura riscaldato sfrutta ben 6.000 kWh al giorno, che è più energia di quanto consumerebbero due famiglie medie in un anno intero.

Se pensavate che un autolavaggio fosse solo un sistema di tubi flessibili, lance sotto pressione e spazzole automatiche, il video documentario di questo enorme impianto da record vi farà cambiare idea.

Fonte it.motor1.com – Articolo di Chris Okula Tradotto da Antonio Aimar

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