Oggi, grazie a benzina e diesel, gli incassi sono di 87 miliardi. Scenderanno a 77 miliardi.
La società di consulenza McKinsey ha messo a punto un rapporto sul futuro della distribuzione carburanti, dopo la pandemia e in relazione alla nuova mobilità: lo riporta la Staffetta Quotidiana. Balza agli occhi un dato a livello mondiale: il crollo profitti da carburanti nel 2030. Perché? Per l’auto elettrica.
Vediamo i numeri nel mondo. Oggi, grazie a benzina e diesel, gli incassi sono di 87 miliardi di dollari. Scenderanno a 77 miliardi. Con perdita secca di 10 miliardi. Ma il settore può continuare a offrire rendimenti interessanti in futuro, soprattutto attingendo a fonti di reddito aggiuntive. Da dove? Uno: non oil. Due: ricarica elettrica.
Crollo profitti da carburanti: compensato da altro
Pertanto, lì dove calano i profitti per benzina e gasolio, possono arrivare le entrate per la ricarica dell’auto elettrica. Tuttavia, gli operatori dovranno ripensare le proprie strategie, sviluppare le proprie capacità e trasformare le proprie attività. Dalle ricariche di veicoli elettrici, potenzialmente possono arrivare 20 miliardi di dollari entro il 2030. Come? Saranno necessari investimenti significativi nelle stazioni di ricarica; servono pure strutture per i clienti in attesa.
I distributori di carburanti dovranno prepararsi a soddisfare le nuove esigenze con nuovi modelli di business: sì alla vendita multifunzione (alimentari, farmacia, servizi postali), sì al multibrand (partnership con aziende come McDonald’s e Starbucks). Si può intercettare anche il desiderio degli automobilisti di fare la spesa al mini market della stazione di servizio mentre la vettura fa il pieno elettrico.
La stazione di ricarica elettrica come competitor di numerose attività in più settori: tutto quello che è non oil, da vendere durante il rifornimento elettrico. Così come può cambiare la mentalità dell’automobilista: programma il viaggio con pausa per fare il pieno alla macchina elettrica.
Fonte clubalfa.it – Articolo di Walter Gobbi