Auto elettrica, che fine fanno le batterie esauste.

La produzione di batterie per e-car aumenta del 25% l’anno in media, e tra 10 o 15 anni la quantità da smaltire e riciclare sarà drammatica. Finora il riciclo non supera il 5%. I ricercatori della Aalto university finlandese sono al lavoro sul riciclo per veicoli e illuminazione pubblica.

BERLINO. L’auto elettrica è il sogno di molti ed è nel nostro futuro, come diceva un tempo una pubblicità della Ford nel secolo scorso dei soli motori a combustione interna. Ma pur riducendo drasticamente le emissioni, crea un nuovo, secondo diversi esperti, drammatico problema: come riciclare le batterie che muovono le e-car in modo sicuro, senza pericoli e con costi e livelli di sicurezza accettabili?

Secondo il professor Paul Anderson, dell’università di Birmingham, citato dalla Bbc, il problema è serio e pericoloso, e nessuna soluzione efficace è stata ancora adottata su vasta scala dai produttori di auto elettriche. La produzione di batterie per e-car aumenta del 25% l’anno in media, e tra 10 o 15 anni la quantità di batterie da smaltire e riciclare sarà drammatica. E’ molto piú facile attualmente riciclare le tradizionali batterie con piombo e acido che non le batterie a litio e ioni attualmente usate come propulsori delle auto elettriche. Le quali contengono molti elementi pericolosi e inquinanti, dal cobalto al nickel al manganese.

La normativa e i rischi. L’Unione europea sta preparando una direttiva vincolante per obbligare tutti i produttori di auto elettriche sul suo territorio a garantire il riciclaggio totale delle batterie, ma finora, sempre secondo la Bbc, la media delle batterie riciclate dai costruttori di auto elettriche si aggirerebbe attorno a un misero 5%. Le batterie delle e-car sono composte tra l’altro di centinaia di cellule e hanno mostrato una tendenza a esplodere se smantellate in modo non accurato.

Cosa fanno le case automobilistche. Non è che i produttori non facciano nulla, tuttavia secondo gli esperti dell’università di Birmingham siamo solo agli inizi. La Nissan ha scelto la via della riutilizzazione delle batterie usate del suo modello Leaf per propellere i veicoli a guida automatici usati nel trasporto di parti in ogni suo impianto.

La Volkswagen ha aperto a Salzgitter un impianto che ha il solo compito di riciclare le batterie dei suoi sempre più numerosi modelli elettrici. La Renault si è impegnata a smantellare e riciclare tutte le batterie dei suoi mezzi in collaborazione con Veolia e Solvay, ma visto il rapporto tra capacità attuali delle tre aziende e la produzione e vendita di veicoli elettrici col logo del nastro di Möbius, ci vorrebbero centinaia di anni.

Il problema cinese. Secondo il professor Anderson, è urgente investire per tecnologie piú veloci, efficienti e sicure per lo smantellamento delle batterie delle auto elettriche e il riciclaggio pulito delle loro componenti. Egli consiglia anche, per non esporre i lavoratori a rischi, di affidare il lavoro a impianti robotizzati. E preoccupa molto il bassissimo livello di riguardo per la sicurezza e la salute dei lavoratori nel primo produttore di batterie per e-car a livello mondiale, la Cina.

Le nuove vie del riuso. I ricercatori della Aalto university finlandese sono nel frattempo al lavoro su una soluzione praticabile rapidamente, a breve termine. La loro idea è di risaturare di litio le batterie per elettrolisi e renderle in tal modo riutilizzabili per veicoli o per l’illuminazione pubblica. Il metodo sarebbe però soltanto una soluzione provvisoria: implica complessi processi tecnologici e altissimi costi. Non a caso produttori di auto elettriche premium, come stanno iniziando a studiare insieme Volvo e Mercedes, pensano ad auto a idrogeno come alternativa piú sicura alle elettriche.

Fonte larepubblica.it – Articolo di Andrea Tarquini

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