IL BENZINAIO SELF SERVICE PARLA IN DIALETTO, A ROMA DICE “CACCIA I SÒRDI” , C’È ANCHE LA VERSIONE ROMAGNOLA E TARANTINA.

FARE RIFORNIMENTO AL DISTRIBUTORE DI BENZINA PUÒ AVERE RISVOLTI DIVERTENTI A ROMA, MA ANCHE IN PUGLIA E IN EMILIA ROMAGNA: IL SELF SERVICE DI ALCUNE STAZIONI DI SERVIZIO, OLTRE ALLA SELEZIONE DI DIVERSE LINGUE STRANIERE, PERMETTE DI IMPOSTARE IL DIALETTO COME LINGUA PRINCIPALE. OBIETTIVO VALORIZZARE LA CULTURA DEL TERRITORIO

“Caccia i sòrdi o schiaffa ‘a carta… inserisci artri sòrdi –oppure- vatte a rifornì ‘a pompa”. Il self service della stazione di servizio di Via Salaria 748, in direzione Raccordo, è poliglotta. Oltre ai principali idiomi, italiano, inglese, tedesco, francese, e spagnolo, dà la possibilità di selezionare anche il dialetto romanesco. Una voce simpatica, nel tono tipicamente irriverente del romano indica agli automobilisti le modalità per fare il pieno in assenza del gestore.

NON SOLO ROMA, IL SELF SERVICE PARLA ANCHE IN TARANTINO ED EMILIANO
Lo stesso accade in un distributore automatico di benzina del rione Paolo VI di Taranto, e anche qui dà indicazioni esclusivamente in dialetto su come fare rifornimento. Così in tarantino stretto “Inserire altra moneta o selezionare l’erogatore” si traduce in “Mitte l’odre solde o scacchje à colonnine”. Alla fine del rifornimento il benzinaio self service saluta con un “Grazzje e avinn’ arret” (grazie e torna presto). Anche a Rimini si “ricevono istruzioni” in romagnolo, al momento di inserire la carta o il bancomat per fare rifornimento la voce in dialetto incalza ironicamente il cliente “Dat ‘na mosa, bat e nomri segret dla tesera”.

OBIETTIVO VALORIZZARE LINGUE E CULTURA LOCALI
L’azienda riminese Fortech, in collaborazione con Eni, ha creato smartOPT, il terminale self service che oltre alla selezione di diverse lingue straniere permette di impostare il dialetto con lo scopo di valorizzare la cultura e le lingue del territorio.

ALLARME UNESCO, TRENTA DIALETTI A RISCHIO ESTINZIONE
Valorizzare lingue e culture del territorio è quanto mai necessario a leggere i dati dell’Unesco. Secondo un rapporto del 2018 dell’agenzia culturale dell’Onu in Italia sono in pericolo, fra i più noti, i dialetti sardo, siciliano e napoletano, assieme ad altre lingue locali meno conosciute. L’UNESCO ha reso disponibile online un Atlante delle lingue in pericolo, che riporta informazioni sul grado di rischio di estinzione di circa 2500 lingue nel mondo e sui paesi in cui vengono parlate, includendo anche le coordinate geografiche delle aree di utilizzo delle singole lingue. L’Atlante ha l’obiettivo di aumentare tra i decisori politici e il grande pubblico la consapevolezza del pericolo di estinzione e della necessità di salvaguardare la diversità linguistica.

Fonte rtl.it –  Articolo di Raffaella Coppola

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