Livigno (SO) Importava gasolio dichiarandolo per uso domestico, ma in realtà era per le auto.
Oltre un milione di euro di mancati versamenti di diritti speciali al Comune di Livigno, derivanti dal commercio del gasolio, e cifra equivalente i finanzieri del Comando provinciale di Sondrio hanno sequestrato a un imprenditore del Piccolo Tibet, accusato di quell’illecito ai danni delle casse pubbliche.
Sull’intera vicenda vige il più stretto riserbo, come voluto dalla Procura di Sondrio. Quello che è certo è che i militari in questi giorni hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sondrio, Pietro Della Pona, nei confronti di un imprenditore accusato di truffa ai danni dello Stato.
Le indagini di polizia economico-finanziaria, inquadrate nell’operazione di servizio denominata “Oro rosso” e condotte, anche mediante la valorizzazione delle banche dati in uso al Corpo, dai militari della Tenenza di Bormio delegati dall’ex procuratore della Repubblica valtellinese Claudio Gittardi, hanno fatto emergere un meccanismo fraudolento ai danni del Comune di Livigno, realizzato da un imprenditore della zona.
L’indagato, attraverso la presentazione di documentazione fittizia in sede di dichiarazione di introduzione delle merci, nonché mediante l’apparente alterazione di queste ultime, dichiarava all’ente locale l’introduzione di una tipologia di prodotto comportante un pagamento di diritti speciali inferiore rispetto a quella del bene effettivamente introdotto.
In particolare, faceva entrare nel Piccolo Tibet gasolio che certificava fosse destinato ad utilizzo per gli impianti di riscaldamento quando, invece, serviva per rifornire automezzi. Utilizzo diversi significano, però, diritti speciali diversi. Un risparmio, in questo caso, per l’imprenditore e un danno economico per il Comune livignasco.
La società dell’indagato, quindi, negli anni ha omesso il versamento di diritti speciali per oltre un milione di euro. Si è pertanto proceduto al sequestro preventivo per equivalente del medesimo importo per un ammontare di oltre 500mila euro in contanti e, per il restante, in titoli e fondi di risparmio. La condotta criminosa, infatti, ha comportato all’importatore un indebito arricchimento e al Comune di Livigno minori guadagni derivanti dalla legislazione speciale vigente nel suddetto Comune valtellinese. Il sindaco Damiano Bormolini interviene con una nota brevissima: «Al momento non siamo al corrente del fatto, stiamo approfondendo la questione per capire e per conoscere di che cosa si tratti. Abbiamo intenzione di procedere, andare a fondo ed eventualmente, cosa probabile, di costituirci come parte lesa».«L’attività condotta dalla Guardia di Finanza di Sondrio s’inquadra nelle consolidate linee strategiche dell’azione del Corpo – si legge nel comunicato stampa diffuso ieri mattina – volte a tutelare il libero mercato e la leale concorrenza, rafforzando pertanto il contrasto e l’aggressione ai più complessi fenomeni di frode».
Fonte laprovinciadisondrio.it