Quasi tutti i distributori in città di colpo oltre due euro. “In altre aree c’è più concorrenza e le compagnie non se lo possono permettere”
Arezzo, 2 ottobre 2021 – Ma è uno sbaglio?» . Se lo sono chiesti in tanti ieri mattina davanti al distributore quando hanno letto il prezzo del metano: oltre 2 euro per kg. Un aumento mostruoso, il rifornimento è più che raddoppiato in due giorni. Solo martedì, infatti, il prezzo era a 1,09; 24 ore dopo era salito a 1,37 circa, con le oscillazioni normali tra un distributore e l’altro. Ieri mattina la doccia fredda, una stangata che – così almeno sembra – c’entra solo in parte con l’ annunciato aumento del gas.
C’è un altro fatto che pare aver condizionato i prezzi esorbitanti registrati ieri mattina, ne parla Marino Milighetti, presidente di Figisc Confcommercio: “Un’impennata così importante è difficile da spiegare, in sostanza sembra che le aziende vogliano ‘marginare’ di più in questa zona”. Su cosa si intenda per ‘marginare’, Milighetti precisa: “In alcune aree c’è più concorrenza che in altre, a seconda ad esempio della presenza di più o meno distributori indipendenti. Dove la concorrenza è minore, come ad Arezzo, il prezzo si alza per recuperare quanto perso da altre parti”.
Questa l’analisi del rappresentante della categoria e c’è poco da stare allegri in una giornata in cui quello che una volta era il carburante meno caro – oltre a essere il più ‘verde’ – è diventato nel giro di 24 ore quello che costa di più in assoluto: dai due euro spaccati fino a 2,199, il tetto massimo toccato. Un tetto, peraltro, uguale per tanti distributori in città, al punto che ‘cartello’ è la prima parola che è venuta in mente ai tanti automobilisti inferociti.
Che l’analisi di Milighetti possa essere corretta, lo conferma anche il fatto che l’aumento record si è concentrato su Arezzo città – dove probabilmente circolano più veicoli a metano? – mentre in provincia il prezzo è rimasto più o meno quello dei giorni precedenti. On line, inoltre, ieri si poteva trovare anche la conferma che il ‘caso’ aretino è stato del tutto peculiare.
L’osservatorio prezzi c arburante del Mise segnalava il costo sopra i due euro da queste parti, ma non in provincia, in qualche località senese, fiorentina, grossetana. Casi sporadici, però, a differenza di quanto registrato qui. Allargando il campo di ricerca, è venuto fuori che nelle altre regioni i prezzi oscillavano tra l’euro e l’euro e mezzo, ma erano rarissimi i casi di distributori che vendevano il metano oltre i due euro, a dimostrazione che la Toscana e Arezzo in special modo, hanno vissuto una giornata particolare.
Se a decretare l’aumento record fosse stato soltanto il costo della materia prima, il problema sarebbe stato più generalizzato. Sulla vicenda è intervenuta anche Federconsumatori, che vuole vederci chiaro: “Questo rincaro anomalo e vertiginoso non è rilevabile nel resto della Toscana. Abbiamo segnalato tutto alle autorità preposte al controllo: Finanza, Prefettura, ministero dello sviluppo economico per scongiurare eventuali fenomeni speculativi. A nostro parere aumenti di questo genere non sono giustificabili con l’ aumento del costo delle materie prime a causa della transizione ecologica e non vorremmo, invece, che dietro a questi aumenti abnormi si nascondessero attività speculative”.
Fonte lanazione.it – Articolo di Dory D’Anzeo