Ufo o teiera, le stazioni di servizio più strane e originali del mondo.

Dalla chiatta al B-17, passando per forme fantascientifiche e colori sgargianti. Le più originali stazioni di servizio presenti e passate nel mondo nel libro “It’s a gas! The allure of the gas station”

Minuscole, colorate, classiche, futuristiche, statiche o mobili. Di stazioni di servizio originali nel mondo, ce ne sono state e ce ne sono attualmente di diverse. E la tendenza è iniziata già da molto prima dei giorni nostri, quando le foto erano in bianco e nero e la vita completamente diversa. Alcune di queste immagini sono state racchiuse in un libro dal titolo It’s a gas! The Allure of the Gas station, edito nel 2018 dalla tedesca Gestalten che gentilmente ci ha concesso alcune foto. Nota curiosa: il titolo del volume ha una parte in comune con l’irriverente canzone del 1966 di Alf Newman. Il libro è scritto da Sascha Friesike e include al suo interno la prefazione di Jay Leno, noto conduttore tv statunitense di “The Tonight Show” sulla Nbc. Scopriamo insieme alcune delle più originali stazioni di servizio passate e presenti.

Una delle sezioni del libro si chiama “La nuova ondata Europea”, e parla proprio del Vecchio Continente che voleva riprendersi dal secondo dopoguerra. In molti guardarono con ottimismo al futuro: un sentimento che trovò espressione in tutte le aree del design. Nella foto, l’immagine di una stazione di servizio sulle montagne minimale, che come altri siti del genere subì profonde trasformazioni riguardo allo stile negli anni a venire.

Una vecchia stazione del 1958. Oramai sono passati 63 anni, e al tempo, le stazioni di servizio si trasformarono in dei mini-supermercati. Una tradizione che troviamo oggi anche in Italia in Europa e negli Usa. Nello foto a sinistra sono raffigurati un benzinaio e una donna. Con il primo pronto a versare dell’acqua nel radiatore di una Opel Rekord grigia guidata dalla signora. La stazione, prima che venisse chiusa, si trovava a Delmenhorst, vicino a Brema, in Germania.

Dalla Germania a una stazione di servizio danese. Dal design particolare, richiamante il colore bianco. Un elegante punto di sosta, composto da piastrelle chiare e progettato da Arne Jacobsen, noto per i suoi progetti pionieristici legati al mondo dei mobili. La “Skovshoved Gas” (questo il nome originale) è stata costruita alla periferia della capitale Copenaghen nel 1936, sei anni dopo che l’artista venne contattato per progettarne un’altra per Texaco, marchio petrolifero americano fondato a Beaumont, Texas, nel 1902. Il piano iniziale con la Skovshoved Gas era quello di realizzare un prototipo che divenisse un modello per le altre stazioni di tutto il Paese. Ma a oggi, rimane l’unico punto al mondo con questo tipo design. E dunque, se lo si vuole vedere, si dovrà fare un viaggio in Danimarca.

Tra le stazioni più originali, una con sede a Los Angeles finì sulla pagine della rivista Life nel 1951. In particolare per un concorso di bellezza ‘insolito’ dopo che i rispettivi proprietari, i fratelli Muller, avevano deciso di festeggiare a loro modo il traguardo dei tre milioni di autolavaggi. Un contest dove vennero scelte appositamente diverse modelle che posarono in costume da bagno per promuovere prodotti per la pulizia e la cura dell’auto. Tra le presenti, c’erano anche le miss “Body and Fender”, la “Infra-Red Paint-Job” e la “Miss Polish Job”

Gli Anni 60, un decennio di enormi sconvolgimenti e cambiamenti. Ma mentre i giovani si facevano crescere i capelli e indossavano cappotti militari, i meccanici di auto di tutto il Paese si presentavano a lavoro sbarbati e persino indossando camicie e cravatte sotto la tuta. Come in questa foto dell’epoca.

Colore bianco e arancione, e un cartello gigante a farne da padrone. In una fotografia di John Margolies — critico e fotografo, noto per aver celebrato l’architettura vernacolare nel secolo scorso negli Usa — è ripresa una stazione di benzina del ramo “76 Union” a Tucson, in Arizona, nel 1979. Il nome si riferisce alla Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti del 1776 e al numero di ottano della benzina che l’azienda introdusse nel 1932.

Nella contea di San Bernardino, in pieno deserto californiano del Mojave e sulla National Trails Highway, si trova l’originale pompa di servizio “Roy’s”, insieme a un motel e a una caffetteria. Il complesso richiama alla tipica architettura “Googie” degli Anni 50. Conosciuta anche come “populuxe” o “doo-wop”, questo genere futuristico è influenzato dalla cultura dell’automobile, dell’era spaziale e dell’era atomica, ed è originario del sud della California da fine Anni 40, perdurando fino alla metà degli Anni 60.

Durante un suo viaggio in Myanmar, un fotografo di nome Craig Easton percorse la strada per Mandalay — resa famosa da Frank Sinatra e Robbie Williams — e notò quanto fossero uniche le stazioni di servizio locali. E così, ne ha fotografate 26. Bianche, appuntite in elementi color oro, non possono che risaltare all’occhio!

Anche gli aerei della Seconda guerra mondiale possono servire da tettoia delle stazioni di servizio. In particolare un bombardiere B-17, che dopo la fine del servizio attivo venne utilizzato con questa funzione in una pompa di benzina a Milwaukie, in Oregon. In bella vista fino al 1991, il veicolo venne poi acquistato dai proprietari di un ristorante di nome “Bomber”, prima di venire definitivamente smantellato nel 2014.

Dagli aerei alle tazzine da tè. Negli Usa, durante gli Anni 20, oltre al Crollo di Wall Street si ricorda anche il “Teapot Dome”, il più grande scandalo di corruzione politica che coinvolse l’amministrazione del presidente degli Usa, Warren G. Harding. Esploso nella prima parte del decennio è considerato il più grave prima dello scandalo Watergate nel 1972. La stazione di servizio nella contea di Yakima, Washington, è stata costruita nel 1922, come monito per non dimenticare quel crimine.

Una stazione Chevron galleggiante. A Vancouver, nella British Columbia, in Canada, i motoscafi trasportano il centro di rifornimento in acqua. La piattaforma è visibile ai passanti sul lungomare di Coal Harbour. Progettata dallo studio di architettura navale Robert Allan Ltd., e installata appena in tempo per le Olimpiadi invernali del 2010, l’attuale chiatta è la terza generazione da quando Chevron — originariamente conosciuta come Standard Oil — è entrata per la prima volta nel mercato dei combustibili marini nel 1936. Capace di erogare ben 50 milioni di litri di carburante all’anno, ha tutte le caratteristiche che ci si aspetterebbe da una stazione di servizio marina: banchine di ormeggio, pompe di carburante e persino una dispensa.

Tre pilastri di cemento a sostegno di altrettanti dischi di cemento che sembrano fondersi l’uno nell’altro. Anelli luminosi che circondano le aree in cui i primi due elementi citati si incontrano. La stazione di servizio che si vede nella foto, sembra un grosso Ufo di cemento atterrato sulla Terra. Completata nel 2011, la struttura si trova in Slovacchia, a circa 25 chilometri a est della capitale Bratislava. E si basa su un progetto degli architetti dell’Atelier Sad. Uno stile moderno e neanche troppo costoso nella realizzazione.

Fonte gazzetta.it – Articolo di Lorenzo Pastuglia

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