L’incremento dei costi dell’energia si fa sentire anche in quei Comuni che avevano scelto la strada della ricarica gratuita per le auto elettriche in modo da favorirne la diffusione. A rinunciare a questa strategia era già stata Rivolta d’Adda, località in provincia di Cremona, a fronte di una spesa diventata insostenibile (oltre 40 mila euro annui) e dell’utilizzo delle colonnine da parte di una quota significativa (oltre la metà) di utenti residenti altrove.
Si cambia. Ora è la volta di Verona, dove l’utility Agsm, fusasi dal gennaio 2021 con un’altra società del settore, la AIM, pur impegnata nella promozione della mobilità a batterie, ha deciso di rendere onerosa la ricarica nelle colonnine della città (in tutto, poco più di una cinquantina). L’operazione, durata tre anni, aveva avuto successo, tanto da indurre anche in questo caso molti residenti di altre località ad approfittare dell’opportunità e a far sì che parecchi utilizzatori preferissero le ricariche pubbliche, pur disponendo di un impianto domestico. La tariffa prevista ora è di 0,56 euro per kWh. Scontato il malumore degli utenti, diffuso sui social network e ripreso dalle cronache locali, dovuto non tanto alla fine della gratuità delle ricariche, da molti considerata prima o poi inevitabile, ma alla qualità del servizio: molti utenti lamentano la difficoltà di utilizzo delle colonnine e dell’app, che non consente di prenotare il posto e di verificarne la disponibilità. Dal canto suo, l’Agsm Aim ha assicurato che presto quest’ultime funzioni saranno attivate, aggiungendo che la tariffa richiesta è in linea con quella delle altre società del settore.
Fonte quattroruote.it