È arrivato il primo sì alla conversione in legge del decreto carburanti che riguarda la trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante. La Camera lo ha approvato in prima lettura con 174 voti a favore, 107 contrari e tre astenuti. Il nuovo testo che comprende gli emendamenti governativi, conferma tra l’altro l’obbligo per tutti i distributori di esporre i cartelloni con la media dei prezzi di riferimento nazionali accanto ai prezzi praticati e, per chi è fuori dalla rete autostradale, i prezzi medi regionali. Le sanzioni per chi non rispetta gli obblighi di esposizione o aggiornamento settimanale dei prezzi vanno da 200 a 2.000 euro, tenuto conto anche del livello di fatturato dell’esercente. E se la violazione degli obblighi è reiterata per almeno quattro volte, anche non consecutive, nell’arco di sessanta giorni, può essere disposta la sospensione dell’attività da uno a trenta giorni.
La Commissione di allerta rapida
Il decreto poi rafforza i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi (il cosiddetto «Mister Prezzi»): viene chiamato, in particolare, a redigere una relazione trimestrale sui prezzi per verificare e prevenire comportamenti scorretti e disporrà la convocazione della Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi, istituita dal decreto stesso. La misura, che passerà al vaglio del Senato, ha suscitato perplessità dell’Antitrust e critiche da parte delle associazioni dei consumatori. Ma soprattutto le proteste dei gestori.
I consumatori: i prezzi saliranno
«La cosa peggiore – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – è l’esposizione del prezzo medio regionale presso i distributori, che porterà i benzinai ad allinearsi a quel prezzo di riferimento invece che a farsi concorrenza. Speriamo che il decreto del ministro delle Imprese e del made in Italy, che dovrà stabilire le modalità di comunicazioni del prezzo praticato, chiarisca che va comunicato al ministero obbligatoriamente prima della sua variazione e non, come scritto nel provvedimento ora alla Camera, “al variare del prezzo praticato”. Un’espressione ambigua come quella attualmente vigente (”almeno contestuale all’applicazione”), che finisce per punire il benzinaio onesto che lo ha appena cambiato e non ha ancora fatto in tempo a comunicarlo al ministero e premia il furbetto del quartierino che cambia il prezzo senza mai comunicarlo al ministero e che può accampare la scusa che lo stava per fare».
«Sanzioni? Così sono più basse»
«Altro aspetto pessimo, che suona come una burla — prosegue l’Unc – è che per punire i benzinai che non comunicano il prezzo il governo, dopo essersi scagliato contro l’intera categoria accusandola ingiustamente di speculare, ora dimostrando grande coerenzafinisce per premiare i trasgressori, riducendo loro le sanzioni, -61,2% per la multa minima (da 516 a 200 euro) e -35,4% per la massima (da 3098 a 2000 euro), un calo, quest’ultimo, ancor più assurdo se si considera che l’importo maggiore è comunque riservato solo agli esercenti con fatturato più alto».
I gestori: «Tempi irrealistici»
Anche l’associazione di categoria è contraria. «Non possiamo che confermare il nostro giudizio negativo sulle misure introdotte dal dl Carburanti approvato oggi dalla Camera in prima lettura – afferma in una nota il presidente di Unem Claudio Spinaci – perché, come abbiamo sottolineato anche in occasione di un’audizione alla Camera, torna decisamente indietro rispetto alle indicazioni arrivate nel corso degli anni dall’Autorità Antitrust, che hanno reso il nostro mercato tra i più trasparenti e concorrenziali d’Europa. Inoltre, preoccupanoi tempi irrealistici di attuazione delle misure per l’adeguamento della cartellonistica che richiederà molti mesi e non i 15 giorni ora fissati, considerato il numero degli impianti coinvolti, con uno sforzo economico molto elevato».
Fonte corriere.it – Articolo di Fausta Chiesa