Le organizzazioni Figisc/Anisa, Faib/Faib Autostrade di Confesercenti e Fegica hanno denunciato i comportamenti scorretti adottati da Eni nei confronti dei lavoratori che non vogliono trasformarsi in “appaltisti”.
Negli ultimi mesi, le tre organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti stradali e di carburanti, Figisc/Anisa, Faib/Faib Autostrade di Confesercenti e Fegica, hanno dato il via ad una serie di incontri sul territorio per far luce sui problemi del settore, ponendo all’attenzione delle strutture nazionali le situazioni più gravi che stanno maturando in questi mesi. Al centro del dibattito le recenti azioni di Eni nei confronti dei gestori che non vogliono trasformarsi in “appaltisti”. La multinazionale ha infatti iniziato ad allontanare tutti i lavoratori contrari alla trasformazione, anche quelli con regolari contratti ancora in corso. I nuovi appaltisti dovrebbero poi sottostare alle condizioni decise unilateralmente da Eni su prestazioni, compensi e sistema sanzionatorio, particolarmente gravoso, che trasforma i gestori/appaltisti in potenziali lavoratori dipendenti.
Al grido d’allarme delle organizzazioni di categoria seguirà anche una mobilitazione generale per supportare l’azione legale che verrà avviata, “considerata l’impossibilità di mettere un freno alla debordante azione dell’Eni ed alla disarticolazione della rete e conseguente precarizzazione e marginalizzazione dei Gestori”. Inoltre proseguiranno gli incontri sul territorio: dopo le assemblee di Roma, Torino, Napoli e Bari, nei prossimi giorni si terranno anche quelle di Vicenza e Bergamo (le date sono ancora da stabilire).
“Abbiamo lavorato alacremente – hanno spiegato le organizzazioni in una nota – con tutte le controparti naturali (Unem ed Assopetroli) raggiungendo un punto avanzato di convergenza per la sottoscrizione di un’intesa che possa riformare, in maniera condivisa e non traumatica, il settore. Ciononostante a seguito del “veto” posto da Eni sulla negoziazione al fine di regolarizzare i contratti di appalto che sta proponendo a spron battuto, il Tavolo di confronto è destinato a naufragare per evidente, manifesta ed indiscussa volontà di Eni che sembra non voglia far raggiungere, al settore, un accordo. Magari per avere mani libere e poter disporre, a suo piacimento, della propria rete e dei Gestori, ma i Gestori non sono erogatori che si possono accendere o spegnere da remoto”.
Vista la situazione, le organizzazioni sono pronte a una “dura lotta: sul piano sindacale, su quello politico e su quello giudiziario”.
Fonte Confcommercio.it