Il colosso degli idrocarburi inglese cede centinaia di pompe di benzina nei Paesi Bassi perché non più redditizie. L’azienda punta sulla transizione verde.
British Petroleum (BP) vende 310 stazioni di servizio nei Paesi Bassi, considerandole non più redditizie a causa degli alti costi di gestione e dell’evoluzione del mercato automobilistico locale verso l’elettrico. La decisione è stata annunciata da un portavoce della compagnia petrolifera britannica ai media olandesi.
La mossa si inserisce in un più ampio contesto di transizione energetica che sta coinvolgendo le principali compagnie petrolifere. Con le auto elettriche che si prevede supereranno il 50% delle vendite nei Paesi Bassi entro fine 2024, BP ha scelto di monetizzare la propria rete di distributori piuttosto che investirvi ulteriormente.
L’operazione potrebbe fruttare a BP decine di milioni di euro. Per dare un’idea delle cifre in gioco, recentemente Shell ha pagato 12,3 milioni di euro per un contratto di locazione quindicennale di una singola stazione sull’autostrada Amsterdam-Utrecht.
BP non è l’unica big oil a intraprendere questa strada. TotalEnergies ha venduto tutte le sue stazioni in Germania (1.198) e Paesi Bassi (392) alla canadese Couche-Tard. Anche Shell ha annunciato la chiusura di almeno 1.000 punti vendita.
Le motivazioni di queste scelte variano tra le compagnie, ma sono tutte riconducibili alla transizione ecologica: TotalEnergies punta a creare una rete di distribuzione dell’idrogeno; Shell si concentra sullo sviluppo di una rete capillare di colonnine di ricarica in Europa; BP diversifica gli investimenti: acquista Supercharger da Tesla, investe in Gogoro (scooter elettrici) e si muove verso le energie rinnovabili, con progetti per convertire raffinerie in parchi eolici offshore.
Queste mosse testimoniano come i giganti del petrolio stiano progressivamente riorientando le proprie strategie di business per adattarsi a un futuro sempre più orientato verso la mobilità elettrica e le energie pulite.
Fonte tomshw.it – Foto da internet