La stazione di servizio del futuro: una panoramica europea

Per accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi che l’Unione europea si è posta, in un futuro non troppo lontano gli impianti di rifornimento dovranno offrire ai clienti più servizi e diverse tipologie di carburanti. Diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, si stanno già muovendo su questa linea.

La situazione in Europa

Il rapporto Unem (Unione Energie per la Mobilità) 2024 mette a confronto la rete delle stazioni di rifornimento italiane con quelle di altri quattro grandi Paesi europei. In Germania ci sono 14.069 impianti di rifornimento, con un erogato medio di carburante di 3.641 metri cubi/anno, in Spagna 11.743 con un erogato medio di 2.275 metri cubi/anno, in Francia 10.609 con un erogato medio di 3.990 metri cubi/anno e nel Regno Unito 8.251 con un erogato medio di 4.015 metri cubi/anno. Questi punti vendita offrono un servizio che viene considerato positivamente.

Inoltre, gli impianti presenti in questi quattro Paesi non si limitano a offrire un servizio di rifornimento tradizionale, ma mettono a disposizione dei clienti diverse attività integrative di tipo non oil. Ad esempio, nel Regno Unito l’80% delle stazioni ha anche uno shop integrato. In Francia, invece, il 78% degli impianti presenti sulla rete autostradale ha colonnine di ricarica attive, andando così incontro alle necessità dei clienti che possiedono vetture elettriche. 

Gli obiettivi della mobilità alternativa

Come riportato nel report di Acea (European Automobile Manufacturers’ Association) del 2023, nella maggior parte dei Paesi europei le vetture circolanti sono alimentate a benzina, che è ancora la tipologia di combustibile più diffusa. Seguono i veicoli a gasolio, che sono più del 50% in Francia e Spagna, tra gli altri.

Tuttavia, nel corso degli ultimi anni si sta registrando un aumento delle immatricolazioni di veicoli ad alimentazione alternativa. In dettaglio, nel 2023 in Europa le vendite di auto ibride hanno rappresentato il 25,8% del totale, le plug-in il 7,7% e le full electric il 14,6%, segno che i consumatori europei si stanno indirizzando sempre di più verso autovetture con alimentazioni alternative.    

La diffusione di vetture elettriche presuppone, però, la presenza di colonnine di ricarica dislocate in maniera uniforme sul territorio nazionale, per permettere a chi utilizza questi mezzi di ricaricarli ovunque si trovino. Il sito della EAFO (European Alternative Fuels Observatory) mostra che a novembre 2024 nell’Unione europea sono presenti circa 850.000 punti di ricarica elettrica. I Paesi Bassi hanno il maggior numero di punti di ricarica (176.600), seguiti da Francia (154.100) e Germania (148.200).

L’obiettivo dell’Unione europea è quello di avere sul proprio territorio 3,5 milioni di punti di ricarica entro il 2030, ma affinché i consumatori siano incentivati davvero ad acquistare auto elettriche è fondamentale garantire che queste colonnine sia dislocate in modo uniforme in tutta Europa.

Un’altra alternativa ai carburanti tradizionali è il gas naturale, che in Italia viene comunemente chiamato “metano”. Secondo Eurogas, in Europa sono attive molte stazioni di servizio dove si possono rifornire i veicoli alimentati a metano: solo in Germania sono 679. In alcune, però, si possono trovare anche il gas naturale liquefatto LNG (192 punti vendita in Germania) e il biometano, diffuso soprattutto in Germania (655 impianti), Svezia (200 impianti) e Paesi Bassi (158 impianti).

Inoltre, ci sono i veicoli a idrogeno, che però sono ancora poco diffusi. Come rilevato dall’Osservatorio Europeo per l’Idrogeno (European Hydrogen Observatory), infatti, le immatricolazioni sono cresciute del 61% tra il 2020 e il 2022, per poi diminuire del 34% nel 2023. Anche in questo caso, i veicoli a idrogeno sono stati venduti e registrati soprattutto in Germania (379 nel 2023) e Francia (306 nel 2023). 

E in Italia?

Come rilevato da Unem, in Italia il numero delle stazioni di servizio diffuse sul territorio nazionale è molto più alto rispetto ai Paesi europei citati sopra. Sul territorio italiano, infatti, sono presenti 22.187 impianti di rifornimento.

Tuttavia, il servizio offerto viene considerato meno efficiente: dato l’elevato numero di impianti, la quantità di carburante erogata è solamente pari a 1.370 metri cubi/anno, quindi più bassa rispetto alla media in Germania, Spagna, Francia e Regno Unito.

La rete di rifornimento italiana risulta inefficiente in generale, ma Unem rileva anche forti differenze su base geografica. Il divario riguarda innanzitutto la quantità dei metri cubi di carburante erogati dai distributori: solo in cinque regioni supera la media nazionale (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Toscana). Sempre nel Nord Italia è presente il 43,78% degli impianti che permettono ai clienti di rifornire vetture a metano e gas naturale liquefatto: più del 10% solo in Lombardia. Infine, si registrano differenze regionali anche per quanto riguarda la mobilità elettrica: la maggior parte dei punti di ricarica, infatti, sono nel Nord Italia (65%).

Un altro problema che mina l’efficienza della rete italiana è la scarsa diversificazione delle fonti energetiche. Come rilevato dall’Istat, nel 2023 le autovetture a benzina erano ancora le più diffuse nelle città italiane, ma a partire dal 2019 sempre più persone hanno scelto di acquistare veicoli ibridi ed elettrici. A tal proposito, l’adeguamento infrastrutturale della rete distributiva italiana rimane un presupposto necessario per supportare la transizione energetica e le nuove forme di mobilità alternativa.

I veicoli a idrogeno sono ancora poco diffusi, benché si stia cercando di favorire lo sviluppo del mercato dell’idrogeno anche a livello industriale. Va meglio, invece, con il metano: secondo Eurogas, in Italia ci sono ben 1.582 impianti di rifornimento per veicoli alimentati a gas naturale, di cui 165 che offrono anche gas naturale liquefatto e 39 in cui è disponibile anche il biometano.

Inoltre, il report di Unem sottolinea che le attività integrative non oil sono poco sviluppate sulla rete italiana. In proporzione, sono pochi gli impianti che forniscono servizi aggiuntivi come bar o shop. 

Come rendere l’Italia al passo di altri Paesi Ue

Per migliorare l’efficienza della rete distributiva e mettersi al pari con altri Paesi europei, l’Italia dovrebbe mettere in atto una serie di misure migliorative. Innanzitutto, riconvertire gli impianti di rifornimento dismessi e rimodernare quelli più obsoleti, in modo da garantire un servizio di maggiore qualità ai cittadini.

Inoltre, il numero delle stazioni di servizio è alto, ma la loro distribuzione non è uniforme su tutto il territorio nazionale: sarebbe necessario, quindi, aprire nuove stazioni anche nelle zone meno servite del Paese, compatibilmente con le esigenze e le possibilità del singolo territorio.

Gli impianti di rifornimento diffusi sul territorio italiano soffrono poi anche la scarsa diversificazione delle fonti di carburante. Una soluzione potrebbe essere implementare il numero degli impianti che offrono almeno un’alternativa ai combustibili fossili tradizionali: non solo l’elettrico, ma anche il metano, i biocarburanti e l’idrogeno. In questo modo, sarà possibile incentivare la diffusione di vetture con alimentazioni alternative.

Un altro problema dell’Italia riguarda la mancanza di colonnine di ricarica per le vetture elettriche. Non basta solo aumentarne il numero, ma anche dislocarle in maniera più uniforme sul territorio nazionale, come avviene già in altri Paesi europei. Si potrebbero installare presso impianti già esistenti, oppure riconvertire alcune stazioni di rifornimento dismesse in impianti di ricarica appositi.

Alcuni esempi esistono già

Il provvedimento dell’Unione europea che vieta la vendita di veicoli nuovi con motore tradizionale entrerà in vigore nel 2035. Molti Paesi europei, tra cui l’Italia, si stanno muovendo non solo per incentivare la mobilità elettrica, ma anche per diversificare le tipologie di carburanti (ad esempio, ricorrendo ai biocarburanti e all’idrogeno). Queste misure sono strumenti necessari per affrontare con gradualità la transizione energetica e non mettere in difficoltà aziende e consumatori.    

La diversificazione energetica comporterà dei cambiamenti anche nel modo in cui vengono concepite le stazioni di rifornimento, che non saranno più solo punti di rifornimento. L’obiettivo è offrire una serie di servizi che vadano incontro alle nuove esigenze dei consumatori, soprattutto nel caso delle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici, dove i tempi per il rifornimento sono più lunghi. In casi di questo tipo, sarà necessario introdurre servizi come bar e shop, in modo che i clienti possano attendere in tutta comodità che il loro veicolo si ricarichi. 

A tal proposito, Q8 possiede già una catena retail collegata alle stazioni di servizio con circa 100 shop SVOLTA in tutta Italia che offrono per clienti in movimento una pausa di qualità sempre più smart, con un assortimento dinamico di prodotti food & beverage, home, travel & lifestyle, kids & fun, tech, car care & mobility e una selezione di brand attenti all’ambiente, all’interno di locali confortevoli e realizzati con materiali a basso impatto ambientale. A dicembre è stato anche inaugurato il primo SVOLTA Caffè, che amplia l’offerta con un nuovo spazio accogliente dove il cliente può concedersi una pausa gustosa, con un menu composto da prodotti selezionati ed eccellenze del territorio: un modo per rispondere a una domanda crescente di comfort e praticità e per consentire agli automobilisti di ristorarsi, così da continuare il viaggio in sicurezza.

Fonte Q8 Italia tramite Linkedin

Exit mobile version