Tornano le bombe nel Siracusano e questa volta nel mirino è finito il gestore di un distributore di benzina sulla Statale 193, tra Villasmundo ed Augusta. Una bomba è esplosa in nottata nell’area della stazione di servizio e da una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, è stata sistemata sulla parete laterale dell’attività, in prossimità del bar, e sono state divelte le inferriate e distrutte le vetrine. Le indagini sono condotte dai carabinieri che hanno prelevato le immagini delle telecamere di sicurezza per individuare gli autori dell’avvertimento ma sulla chiave di lettura gli inquirenti non escludono nulla, nemmeno il racket delle estorsioni. Gli inquirenti sono molto vigili sulla vicenda, d’altra parte la zona in cui si è consumata l’intimidazione ricade nel territorio dove è egemone il clan Nardo di Lentini, capace di controllare ogni attività illecita della zona nord di Siracusa, dal traffico di droga alle estorsioni.
Nella primavera scorsa, una catena di intimidazioni, con bombe ed incendi, si era registrata a Siracusa, al punto la parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia, Maria Carolina Varchi, presentò un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Difesa per chiedere spiegazioni sulla situazione nel capoluogo e le strategie per arginare un fenomeno preoccupante.
Per quegli episodi, il M5S aveva avanzato una ipotesi: “Le conseguenze economiche del lockdown potrebbero aprire zone grigie, in cui le associazioni criminali sono pronte a muoversi, attirando con le sirene di una pronta liquidità che però zavorra la libera vita di imprese e persone”. Una tesi che potrebbe valere anche oggi considerato che, comunque, l’emergenza sanitaria sta ancora facendo danni. Ma c’è anche il tema delle denunce che, secondo quanto sostenuto dalle associazioni antiracket sono pochissime, per cui per gli inquirenti è compito durissimo risalire agli autori degli avvertimenti e dei possibili mandanti.
Fonte blogsicilia.it