Progetto da 84 milioni con due distributori a Perugia e Terni piщ flotta bus. Il 15% della produzione in rete e a Gualdo energia elettrica scontata.
Circa 84 milioni per creare 300 posti di lavoro e, soprattutto, il polo regionale dell’idrogeno e della mobilità alternativa (Prima), che sarà realizzato con un «piano di riconversione e riqualificazione della ex centrale Enel di Bastardo». Questo uno dei 44 progetti ritenuti strategici dalla giunta regionale guidata dalla presidente Donatella Tesei e contenuti nel Recovery plan umbro che sarà presentato al governo per chiederne il finanziamento: il dossier cuba complessivamente poco più di 3 miliardi di euro e traccia investimenti per uscire «con prospettive migliori» dalla crisi sanitaria ed economica anche tentando di dare all’Umbria un nuovo modello di sviluppo.
Polo a idrogeno nella centrale Enel di Bastardo Il progetto Prima muove dalla necessità di far rinascere la ex centrale a carbone di Gualdo Cattaneo, puntando sulla produzione di idrogeno. Nella scheda del progetto viene tratteggiato un piano che prevede il «riuso di un’area di 18 ettari, di cui cinque saranno dedicati alla produzione di idrogeno e altri nove ospiteranno l’impianto fotovoltaico», mentre i restanti «quattro ettari saranno destinati a infrastrutture a supporto del funzionamento del polo», tra cui «due edifici da adibire uno alle attività di ricerca dell’H2bLab e un altro a a servizi, spazi ricreativi e mensa per 100 persone».
«Creerà 300 posti di lavoro» Sì, perché il polo regionale dell’idrogeno, secondo il Pnrr umbro, dovrebbe avere un impatto occupazione stimato in «300 posti di lavoro, di cui 92 diretti e 208 indiretti». In particolare, il progetto prevede «una serie di impianti capaci di produrre idrogeno a partire da acqua distillata/demineralizzata», ma anche «un impianto di elettrolizzazione ad alta efficienza in pressione con una potenza complessiva di 20 MW, dimensionato tenendo conto della Rete Gas 2i ad alta pressione, la cui linea principale è adiacente alla ex centrale a carbone».
Idrogeno in rete L’elettrolizzatore, si legge nel Recovery plan umbro, «permetterà di immettere fino ad un massimo del 15 per cento di idrogeno che andrà a sostituire il metano», mentre «un ulteriore quantitativo di idrogeno sarà prodotto per essere stoccato in carri bombolai per rifornire due distributori di idrogeno, da ubicare in posizioni strategiche della regione».
Bus a idrogeno e stazioni a Perugia e Terni Il Prima, infatti, mette in cantiere per «Perugia la realizzazione di un distributore di idrogeno per autotrazione da alimentare attraverso carro bombolaio proveniente da Gualdo Cattaneo e l’acquisto di due autobus a celle a combustibile alimentati da idrogeno per il trasporto pubblico locale a zero emissioni». A Terni invece è già finanziata la realizzazione di una stazione di rifornimento a servizio di dieci autobus di linea per il trasporto pubblico locale, «ma occorre finanziarne l’estensione, prevedendo la possibilità di rifornire anche mezzi privati e garantendo la dotazione di ulteriori dieci autobus ad idrogeno». Nel polo regionale, inoltre, sarà attiva «una flotta di quattro minibus elettrici e due autoveicoli a idrogeno che saranno anche messi al servizio delle esigenze della comunità locale e regionale secondo specifici accordi».
Energia elettrica scontata a Gualdo Tornando all’interno della ex centrale Enel di Bastardo, i nove ettari destinati al fotovoltaico avranno una «potenza di 6 Mw e produrrammp energia elettrica per l’elettrolizzatore e per la comunità energetica di Gualdo Cattaneo, in quest’ultimo caso a prezzi scontati maggiori del 20 per cento», ma «l’impianto sarà integrato con un sistema di accumulo elettrochimico da 30 MWh in grado anche di fornire servizi di stabilizzazione della rete e immagazzinamento delle eccedenze».
Laboratori H2 Nella scheda del polo regionale dell’idrogeno, che al pari degli altri 43 investimenti sarà vagliata dal governo, si legge che il progetto è «allineato con la strategia europea e nazionale per la decarbonizzazione del sistema energetico, risponde alla necessità di offrire alternative per le aree precedentemente occupate dalle centrali a carbone in fase di dismissione e potrebbe rappresentare un importante modello da replicare nelle altre regioni d’Italia». In questo senso, sono stati messi in cantiere anche «laboratori dedicati esclusivamente alla ricerca (H2 Lab) che, occupandosi anche di attività di trasferimento tecnologico, spin off, informazione e divulgazione, potranno dare un importante contributo anche a livello nazionale alla ricerca sulla filiera dell’idrogeno».
«Impulso alla transizione energetica e decarbonizzazione» Con il polo dell’idrogeno, infine, la Regione ambisce a dare «straordinario impulso alla transizione energetica e alla decarbonizzazione» a specifici comparti, con quelli «in prospettiva» come «di particolare rilievo» che sono indicati nella «produzione di acciaio, mobilità elettrica e/o a idrogeno, cogenerazione con celle a combustibile, produzione di biochemicals e prodotti sintetici sostitutivi della plastica attualmente prodotta dal petrolio».
Fonte umbria24.it – Articolo di Chiara Fabrizi