Berlino vuole sostituire la metà delle importazioni dalla Russia con il GNL entro il 2023. Ma gli ecologisti lamentano: “Rischio disastro ambientale”.
Meno di 200 giorni. Per la precisione, 194. Tanto è bastato alla Germania per dotarsi in fretta e furia del suo primo terminale per importare gas naturale liquefatto (gnl) senza passare da altri porti europei. E cominciare a ridurre così la pericolosa dipendenza dai gasdotti russi. L’impianto è stato inaugurato a Wilhelmshaven, in Bassa Sassonia, e tra dicembre e gennaio riceverà già il suo primo carico di gnl.
Il progetto era stato lanciato dal governo di Olaf Scholz qualche settimana dopo l’invasione russa in Ucraina. Sicura dei suoi approvvigionamenti dalla Russia grazie allo stretto rapporto con Gazprom e al previsto raddoppio (poi saltato) del gasdotto Nord Stream, Berlino non ha mai pensato di dotarsi di terminal per ricevere il gnl, a differenza di vicini come Francia, Belgio e Olanda. La guerra ha spinto l’esecutivo tedesco a correre ai ripari: il piano prevede la costruzione di 5 infrastrutture che servono ad accogliere dei terminal galleggianti, ossia delle navi che possono caricare e rigassificare il gas liquefatto direttamente a bordo.
La prima nave di questo tipo sarà la Hoegh Esperanza, battente bandiera norvegese: lunga oltre 280 metri e larga 46 metri, questa metaniera è stata costruita nel 2018 e può rigassificare un minimo di 5 miliardi di metri cubi di gnl all’anno, con una capacità massima di 7,5 miliardi di metri cubi. Immetterà il gas nella rete del gas tedesca attraverso un gasdotto con una capacità annua di 10 miliardi di metri cubi, scrive Euractiv.
Altri tre terminali galleggianti sono attualmente in fase di progettazione e in costruzione: a Stade, Brunsbuttel e Lubmin. A metà ottobre, il governo federale ha anche firmato un contratto per un quinto terminale gnl, che dovrebbe sorgere sempre a Wilhelmshaven. Grazie a questi terminali galleggianti, che dovrebbero essere tutti pronti entro la fine del 2023, il governo tedesco spera di sostituire con il gnl dal 50 al 60% del gas russo già nel 2023.
“La Germania oggi guarda a Wilhelmshaven. Il nuovo terminale gnl è un grande passo verso un approvvigionamento energetico sicuro”, ha detto Olaf Lies, ministro dell’Economia del land tedesco della Bassa Sassonia. Meno entusiasta il suo collega di governo, Christian Meyer, esponente dei Verdi, che teme per i risvolti ecologici di queste infrastrutture. Il piano per il gnl è stato realizzato tra le forti critiche dei gruppi ambientalisti e con una procedura d’urgenza che ha di fatto escluso il coinvolgimento della società civile e una vera e proprio valutazione d’impatto ambientale.
Secondo l’organizzazione ecologista Deutsche Umwelthilfe, il gestore dell’infrastruttura, Uniper, dovrebbe pulire preiodicamente l’impianto utilizzando il cloro, che verrà poi scaricato in mare in quantità “dieci volte superiore” rispetto ai limiti consentiti. “Un incidente chimico strisciante incombe a Wilhelmshaven e negli altri siti di gnl”, dice l’ong. Accuse che mettono in imbarazzo il governo di Berlino, dove i Verdi fanno parte della coalizione di Scholz.
Fonte europa.today.it – Articolo di Dario Prestigiacomo