Il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha firmato nei giorni scorsi il decreto ministeriale sull’obbligo per i distributori di carburanti di esporre i cartelli con i prezzi medi regionali di vendita di gasolio, benzina, metano e gpl. Le nuove regole scatteranno dal 1° agosto 2023. Il provvedimento, però, deve essere ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale: è ora all’esame della Corte dei conti. Fatto sta che il decreto in questione stabilisce come verranno raccolti i prezzi praticati dai singoli gestori, il modo in cui saranno calcolate le medie dal ministero e le nuove regole per l’esposizione dei numeri, con tanto di misura dei caratteri utilizzati. Un provvedimento che non sembra essere gradito dai benzinai, i quali lamentano come sia troppo complicato applicare le nuove direttive.
Nello specifico, il testo stabilisce che “gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione, compresi quelli operanti lungo la rete autostradale, espongono con adeguata evidenza un cartellone riportante i rispettivi prezzi medi, relativi alle tipologie di carburanti disponibili presso il proprio punto vendita, assicurandone l’aggiornamento con frequenza giornaliera”. Il cartellone riportante i prezzi medi – si legge ancora – “deve essere esposto all’interno dell’area di rifornimento, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, in modo da garantirne adeguata visibilità”. E deve specificare che i valori si riferiscono alla media. Inoltre, deve essere aggiornato entro le 10.30 ogni giorno, anche quando il distributore sarà aperto soltanto in modalità self service.
“La dimensione dei caratteri usati – sono altri dettagli indicati nel testo – è determinata in modo da garantirne la visibilità in condizioni di sicurezza, assicurando una dimensione minima pari a 12 centimetri in altezza”. I prezzi medi devono essere esposti “secondo il seguente ordine dall’alto verso il basso: gasolio, benzina, gpl, metano”, indicando “con pari dimensione le cifre decimali fino alla terza”.
Capitolo multe. Le sanzioni per chi non rispetta le nuove regole dovrebbero andare dai 200 ai duemila euro. Inoltre, in caso di violazioni ripetute per almeno quattro volte, anche non consecutive, nell’arco di sessanta giorni, può essere disposta la sospensione dell’attività fino a trenta giorni. Per il ministero, il provvedimento “afferma il principio della massima trasparenza” e “si mettono i consumatori in condizione di conoscere il prezzo medio e anche quello praticato da ciascun distributore”. Per la Fegica-Cisl, una delle organizzazioni dei gestori, le nuove norme sono “una farsa”: “In sostanza avremo impianti ‘pavesati’ da almeno 12 prezzi (tre per ogni prodotto standard o premium), a cui si aggiungerà un altro cartello con il prezzo medio regionale”, dice il sindacato.
Decisamente contraria ai nuovi obblighi anche la Figisc-Confcommercio, che sta valutando l’ipotesi di un ricorso al Tar. Su Twitter, intanto, il ministro Adolfo Urso cita con soddisfazione le norme sui carburanti fra le “6 leggi varate in 6 mesi” dal suo ministero. “Continuiamo a lavorare per le imprese e per il lavoro”, ha scritto Urso nel tweet con un cartello che riporta, oltre alla “trasparenza carburanti”, il “salvataggio Isab”, il “rilancio siderurgia”, la “proprietà industriale”, la “riforma incentivi” e la “concorrenza”.
Fonte onlinesiracusa.it